Questo cuscino l’ho ricamato circa dieci anni fa. È passato molto tempo, eppure continua a parlarmi con la stessa voce di allora: una voce fatta di calma, di pazienza e di bellezza silenziosa.
Il ricamo è a punto croce, ma nasce per sembrare pizzo. Una volta terminato, il filo disegna il tessuto con leggerezza, creando un effetto delicato, quasi impalpabile. Linee semplici, regolari, che si intrecciano senza mai appesantire, lasciando spazio al respiro e alla luce.
Ricamare questo cuscino è stato un piacere profondo. Un lavoro lento, ripetitivo, che richiede attenzione e presenza. Ogni punto aveva il suo tempo, ogni passaggio il suo senso. Non c’era fretta, solo il gesto e il piacere di veder nascere qualcosa poco alla volta.
Mi piace perché è semplice ed elegante allo stesso tempo. Non cerca di stupire, non ha bisogno di eccessi. È uno di quei lavori che restano, anche dopo anni, perché sono stati fatti con cura e con amore.
Oggi lo guardo con gratitudine. È un piccolo frammento di tempo ricamato, un ricordo che continua vivere nel filo.


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